Africa
Home | Africa
"Le persone ‘normali’ sono i neri della società industrializzata, i ‘malati di mente’ sono i neri delle persone ‘normali’, gli ‘psicotici’ sono i neri dei ‘malati di mente’. E le persone ‘normali’, i ‘malati di mente’, gli ‘psicotici’, i neri dicono: Sono nero e sono orgoglioso!"
“
Guinea Bissau 2018 (settembre-dicembre): Piccola grande cronistoria
Il progetto di Crowdfunding per la Guinea Bissau è iniziato con il primo viaggio di Mirella in Africa nel 2015.
In questi anni sono stati raccolti fondi per sostenere lo studio di 10 ragazzi Guineani, con l’obiettivo di renderli indipendenti, liberi e capaci di ricambiare con il loro sostegno chi è loro vicino.
Per conoscere meglio il progetto vi invitiamo a guardare foto, documenti e disegni presenti nei quadratini in testa alla fotografia “Guinea Bissau“ nella pagina “Studiare in un paese che grida”, oltre a leggere la descrizione del progetto della prima pagina ed a guardare le pagine dei “Contributi” per vedere QUANTI SIAMO!!!!!
Esperienza umana in Guinea Bissau
Tesi di laurea in Teorie e Pratiche dell’Antropologia
1. Linee guida e testi di fondo
2. Riflessioni di ritorno – 2015
Sono stata a lavorare come psicologa per poco più di un mese nel decimo paese più povero del mondo con speranza di vita di 48 anni ma un popolo aperto, molto affettuoso.
Un milione e mezzo di abitanti compreso l’arcipelago, trenta etnie diverse, sparsi in una miriade di villaggi con casette basse ed il tetto in lamiera, talvolta in paglia ma le persone dicono che è più pericoloso, alcuni agglomerati più grandi tipo città e Bissau la capitale…
3. Diario “di cuore” da Bissau – 2016
Dakar. Dall’aereo, scendendo, dopo dieci ore e mezza di turbolenza, una distesa enorme di palazzi, tutti dello stesso colore, beige, tanti, tutti vicini, qualche albero che stenta a crescere in una piana di fronte all’oceano: vere cattedrali nel deserto…
Hanno aperto un nuovo bar-ristorante gestito da giovani e dall’apparenza molto ben tenuto, con anche l’aria condizionata, sulla strada dall’ospedale – piazza principale – punto intenet – casa.
Tornando dopo aver lavorato dalle 8 alle 15 per finire di copiare “BISSAU DUE” mi sono fermata a prendere un panino con prosciutto e formaggio. Beh, il buongiorno si vede dal mattino. Il formaggio mi sta facendo acidità.
Prima di rendermi conto di ciò ne parlo entusiasta ad Abdoul. Mi dice che non entra nei bar per motivi religiosi essendo musulmano. Mi viene in mente mia madre che ci diceva sempre “Non sono mai entrata in un bar in vita mia”. Ce lo diceva, a noi sei figli, per sottolineare quanto ha sempre pensato a noi e mai a se stessa. Un tempo mi sentivo in colpa di esistere anche per questo. Oggi, se fosse qui, è mancata nel ’90, 26 anni fa, le direi “Hai fatto male, perché genitori felici fanno figli felici”.
Sempre parlando con Abdoul, il mio coinquilino Senegalese…
Ho finito oggi di copiare al punto internet “BISSAU DUE bis”. Il primo giorno di lavoro della terz’ultima settimana dalla fine del mio soggiorno lo darò alla direttrice sperando che possa leggerlo subito in modo da mandare il giorno dopo anch’esso in traduzione, per poterlo ricevere e distribuire mentre sono ancora qui.
Non lo invierò però al traduttore in Scozia dall’ospedale, dal reparto. Invierò il documento dal punto internet e lì riceverò la risposta. In questo modo sarà per me praticamente una spesa quasi nulla.
Mi ha telefonato T dicendomi che, pur ritenendo molto importante per lei il lavoro di formazione con me….
Sessione di laurea del 18 dicembre 2017
Quello che avrei voluto dire in sette minuti (cronometrati)
Come in realtà si è svolta la dissertazione
Dakar. Ao descer do avião, depois de dez horas e meia de turbulências, uma esplanada de prédios, todos da mesma cor, aquele bege anónimo, muitos, apinhados uns aos outros. E umas raras árvores que tentam viçar num espaço aberto frente ao oceano: autênticas catedrais no deserto…
Foi inaugurado um novo bar-restaurante, gerido por jovens, e aparentemente muito bem mantido, até com ar condicionado, no caminho para o hospital – praça principal – ponto Internet – casa. Ao voltar, após ter trabalhado das 8 às 15, para terminar de copiar “Bissau dois”, parei e comprei uma sande com queijo e presunto. Como se diz, quem bem começa…. O queijo está a revirar-se no estômago e me dá acidez.
Antes de me dar conta disso, falei entusiasta do local com Abdoul. Comentou que não entrava no bar por razões religiosas, por ser muçulmano. E fez-me lembrar da minha mãe, que sempre dizia “Nunca entrei num bar, em toda a minha vida”. Dizia-o, a nós, seis filhos, como a destacar o quanto sempre tivesse pensado em nós e nunca em si mesma. Houve um tempo em que me sentia culpada de existir, até por causa disso. Hoje, se ela estivesse aqui (faleceu em 1990, há 26 anos), dir-lhe-ia: “Errou, porque pais felizes fazem felizes os seus filhos”.
Sempre falando com Abdoul, o meu co-inquilino Senegalês…
Hoje terminei de copiar, no ponto Internet, “BISSAU DOIS bis”. No primeiro dia útil da antepenúltima semana antes da conclusão da minha permanência, entregarei o texto à diretora, com a esperança que possa lê-lo de imediato, de modo que possa ser enviado para tradução no dia seguinte e, assim, recebê-lo de volta e distribui-lo enquanto ainda estarei aqui.
Todavia, não farei o envio para o tradutor na Escócia do hospital, do setor. Vou enviar o documento do ponto Internet e lá receberei a resposta. Desta forma, a despesa, para mim, será praticamente nula. T. telefonou e disse que, embora considere muito importante para si o trabalho de formação comigo…